1931  Pisa  II Mostra d'Arte

Un artista in continuo desiderio di ricerca e di superamento di sè

(Fortunato Bellonzi, Pisa 1932)

L’interesse che presenta questa mostra di Pizzanelli è tale da consentire una definizione piena e conclusiva intorno ad un artista che nonostante abbia realizzato una sua propria comprensione del mondo, già affermatasi attraverso numerose mostre, è in continuo desiderio di ricerca e di superamento di sé medesimo, come è dei veri artisti, i quali sono insofferenti di indugiarsi troppo anche nelle strade più felici e più intimamente personali, perché sentono altre vie maestre aprirsi ai margini di quella che percorrono e altre intersecarla o interromperla.
...Nelle figure e nei paesi, sia che abbia dato maggiore importanza alla linea o al solido, al colore o al chiaroscuro, non ha mai smarrito quella virtù che è propria dei latini e massimamente di noi toscani, costruttiva, compositiva. Così pur avendo aderito a certe piacevolezze degli impressionisti, ha reagito con quella forza che è tutta nostra, di dare valore di necessità a quanto è casuale, di eternità tipica a ciò che è fenomeno , cioè apparenza, sistema insomma a quello che sistema non ha fuori da quell’unico sistematizzatore possibile che è l’artista. E in lui esalto soprattutto questa volontà architettonica che fa l’organismo dell’opera d’arte e che riporta alle composizioni, virtù troppo facilmente dimenticata dietro l’insegnamento degli impressionisti. Invece “Donna di Torre del Lago” dipinta dal Pizzanelli dieci anni fa, ci richiama alla mente i fiorentini del ‘400 e chi fece davanti ad essa il nome di Masaccio, diede il vero perché sono in quella figura la saldezza e la demolizione del particolare proprie del grande fiorentino. La sensibilità aristocratica del colore poi è in tutti i lavori dell’artista pisano. (F.Bellonzi, Recensione alla Mostra personale di F.P. del 1932)

 

1926
Firenze    Esposizione Artigianato, Medaglia d’Oro per oggetti in cuoio



1928
…La produzione che la Bottega d’Arte espone ora nelle sue dignitose salette è della più apprezzata. Vi si notano subito: le famose porcellane Ginori; i vetri soffiati di Venini (Murano), che ci stupiscono per la limpidezza dei cristalli, per la loro delicata colorazione in verde, rosa, grigio e celeste e per l’eccellenza dei fregi; le belle ceramiche del Palazzi, del Fabris e del Mengaroni di Pesaro; le maioliche del Chini (Borgo S.Lorenzo), con fantasiose figurazioni di animali, con vaghi motivi floreali, dalle patine delicatissime; i gustosi cuoi d’Arte del Pizzanelli di Pisa e dell’Arte del Cuoio di Firenze…
Luigi Servolini
dal catalogo della Bottega D’Arte per la XII Mostra di Arte Applicata
Livorno, 29 aprile – 18 maggio 1928


Livorno    XII Mostra di arte applicata (oggetti in cuoio); Bottega d’Arte, 29 aprile-28 maggio)




1930
Pisa        I Mostra Provinciale d’Arte, Sale del Consiglio dell’Economia
1.    Mattino sull’Arno
2.    Primavera nel chiostro
3.    Albero in fiore
4.    Le piagge

…Né possiamo dimenticare, pure in un cenno rapido come questo, i nomi di Spartaco Carlini e Ferruccio Pizzanelli, né non accennare alla crescente attività della Scuola d’Arte di Cascina che ha valorosi maestri e ove vanno formandosi allievi che danno speranze di lieto avvenire…
“Sulla Tradizione artistica di Pisa”
Presentazione della “1° Mostra d’Arte” a cura del Sindacato Artisti
Pisa, aprile 1930
Alvaro Pinelli
Nel giorno di Natale di Roma, Pisa inaugura la sua 1° Mostra d’Arte e dell’Artigianato
La Nazione, Cronaca di Pisa, 23 aprile 1930


…Ferruccio Pizzanelli, Salvatore Pizzarello e Augusto Sirletti espongono poco. Del primo è notevole “Primavera nel chiostro”; del secondo “Notturno in Oriente”; dell’ultimo una “Natura morta” dove il rosso e un bianco-argenteo di un pesce, sono ritratti con mirabile bravura.
Ottone Menghesi
“Affermazione d’arte e d’artigianato alla I Mostra del Sindacato Artisti pisani-Visitando la Mostra”
L’idea fascista, Pisa 27 aprile 1930


Pisa non è un centro artistico: manca di un cenacolo sia pure modesto, manca perfino d’un locale atto all’esposizione delle opere d’arte. Discussioni dunque non se ne fanno, anzi si vive nell’ignoranza e nell’indifferenza di tutto ciò che è attuale.
Le poche esposizioni, chiamiamole pure così, si tengono nelle vetrine dei negozi, fortunatamente con poco danno delle opere esposte, le quali sono quasi sempre talmente compassionevoli, che la mancanza delle condizioni più necessarie per una migliore valutazione, come luce e distanza convenienti, non possono altro che giovare alle opere stesse. Se poi qualche pittore che sia degno di questo nome, ha bisogno di un locale più conveniente, può rivolgersi ai negozi di mobili! Così per esempio ha fatto il livornese Renato Natali.
Ma lasciamo da parte le querele, che del resto non giovano a nulla, e ricordiamo solo un’esposizione di una certa importanza, tenuta qualche anno fa nel Salone dei Concerti del Teatro Verdi. Questa mostra, stando al discorso inaugurale, avrebbe dovuto ripetersi ogni anno, ma nessuno ha saputo più nulla. Probabilmente l’organizzatore è rimasto troppo commosso dai lauti incassi.
Ciò sia detto per far sapere che i Pisani non comprano mai.
Tant’è vero che i due artisti pisani che si sono oggi notevolmente affermati, e cioè Umberto Vittorini e Ferruccio Pizzanelli hanno venduto e hanno riscosso consensi a Milano, a Roma, a Bologna, dando ancora una volta ragione al detto: “Nemo propheta in patria”.
Del resto, non è del Vittorini, né del Pizzanelli che io mi voglio occupare qui: essi sono ormai artisti quasi direi compiuti, e ognuno di essi è già abbastanza noto.
Mi preme invece valorizzare i giovanissimi, i quali non sono ancora stati riconosciuti secondo i loro meriti, anche perché non sono mai andati mendicando acquisti o lodi.
Salvatore Pizzarello, pittore, nato nel 1906 a Sarjevo, di cittadinanza e di padre italiano, è un artista sorprendente per la sua età e per la sua nessuna esperienza.
Giovanni Acquaviva è anch’egli un autodidatta. Meno ricco di colore del pIzzarello, dimostra tuttavia incerti suoi paesaggi, come sognati, pieni di luce e di riflessi oro, crepuscolari, romantici, parnassiani, di possedere un fine senso del colore.
Gino Alvio Vaglini, scultore e come altri autodidatta, non si è mai curato di seguire una moda. Dico questo, anzi lo ripeto, perché niente di più mi dimostra l’artista, che la schiettezza e la spontaneità.
Egidio Lenci, l’ultimo di questa breve rassegna è xilografo. Di lui ho scritto sulla “Rassegna grafica”. Di lui ho letti i profili sull’Artista moderno, sul “Giornale dell’Arte”, sulla “Lucerna”.
E’ senza dubbio il più conosciuto, anche perché ha preso parte a mostre di una certa importanza, come quella del Sindacato degli Artisti Toscani di quest’anno a Firenze.
Fortunato Bellonzi
L’Almanacco degli Artisti,
Ideato e Compilato da Carlo D’Aloisio da Vasto
Fratelli Palombi Editori, 1930



1931

Pisa        II Mostra Provinciale d’Arte, (Sale del Palazzotto dei Nobili, aprile)
1.    Macchia di S.Rossore
2.    Paese (S.Michele)
3.    Ritratto di bambino
4.    Chiostro di S.Francesco (Pisa)
5.    Viale a Pisa
6.    Mare
7.    Ponte a Mare e Fortezza Pisana
8.    Lung’Arno dal Ponte a Mare
9.    S.Maria della Spina prima dei restauri
10.    Magnolia
11.    Padre Guido
12.    Fine di un giorno
13.    Monte Calvana Travalle
14.    Ritratto di Giuliana
15.    Quando canta la cicala
16.    Santa Chiara ad Assisi
17.    Sulla Calvana
In catalogo è riprodotto:Padre Guido

… Ferruccio Pizzanelli è un poeta. Trae la poesia dalla natura e la trasfigura in sé. Larghe le sue doti tecniche e la sua preparazione, riesce a darci cose egregie: ricordiamo, così tra tante altre, “Padre Guido” e “Fine di un giorno”.
Enzo Leoni
“La seconda mostra Provinciale degli artisti pisani”
L’idea fascista, 3 maggio 1931



Pisa        Mostra personale, Palazzo alla Giornata, sede del Sindacato Provinciale
Professionisti e Artisti


Firenze    V Mostra d’Arte Sindacale Toscana (maggio)
1.    Padre Guido
2.    Lung’Arno del Ponte a Mare
3.    Viale a Pisa
4.    Magnolie


Casciana Terme (Bagni di Casciana)    Mostra dei Pittori Federico Severini e Ferruccio Pizzanelli
(Sala d’aspetto delle Terme, agosto - settembre)


Cascina    Opere degli artisti toscani Bellonzi Fortunato, Bueno de’ Mesquita, Cantini
Ryna, Casini Giorgio, Pizzanelli Ferruccio, Pizzarello Salvatore, Severini
Federico
(X Mostra del Mobilio, Salone della Pittura, settembre-ottobre)

1932
Pisa         III Mostra Provinciale d’Arte, (Sale dell’Antico Palazzo Pretorio
ex Prefettura, aprile)
1.    Natura morta
2.    Io e i miei figli
3.    L’Arno a San Rossore
4.    Nel Giardino Scotto
5.    Ritratto di signora
6.    Piazza dei Miracoli
7.    Cascine Nuove
8.    Sul Viale delle Piagge
9.    Adolescente
10.    Bambino malato
11.    Mattino sull’Arno
12.    Signora in grigio

…Nella sala I, la più vasta, sono esposte le opere di alcuni dei più conosciuti artisti pisani, fra cui il Pizzanelli che presenta “Io e i miei figli”, un pregevole autoritratto fatto insieme alla famiglia, “Adolescente”, “Bimbo malato”, ritratto studiati nei particolari e di finitezza ammirabile , e così “il Viale”, cosa forte, moderna, equilibrata, ricca di colore e densa di ombre perfettamente riuscite.
Eugenio Tagiuri
“Il rinnovamento degli artisti pisani nella terza mostra del loro Sindacato”
Il Giornale d’Italia, aprile 1932

Di Ferruccio Pizzanelli, fra tutte le cose che ha esposte, ci piace il quadro “la mia famiglia”, nel quale il pittore si è raffigurato tra i figlioletti, in una composizione che è, ad un tempo, armoniosa e forte. Anche alcuni paesaggi, onesti nel colore e sapienti per tecnica, riconfermano la maturità del Pizzanelli, così equilibrato tra la nobiltà della tradizione e le necessità spirituali del tempo che viviamo…
Enzo Leoni
“La Terza Mostra Provinciale Pisana d’Arte”
L’idea fascista, Pisa aprile 1932



Firenze    VI Mostra Regionale d’Arte, Accademia di Belle Arti

…Ferruccio Pizzanelli ha una testa di adolescente ottima…
D. Fiorilli
“La Mostra regionale d’Arte a Firenze”
Corriere del Tirreno, 3 giugno 1932

…Siamo tra i pisani. Figurano Bellonzi con “Pesca miracolosa” e “Notturno urbano”. Pizzanelli, Severini, Conti, il sottoscritto, tutti con varie opere.
Giorgio Casini
La mostra regionale di arte toscana
L’idea fascista, Pisa 1932

…da Pisa Severini, Pizzanelli e Pizzarello.
Giannino Marchig
“Cronache e spunti”
dalla rivista: Rassegna della istruzione artistica, Urbino 1932


...A questi pittori scomparsi fanno degno riscontro alcuni viventi, fra cui da ricordarsi il Pizzanelli e il Cerri. Il primo accanto a un forte paesaggio, “Sul Viale delle piagge”, in cui la composizione trovava risalto nel colore, esponeva un pregevole autoritratto e alcuni altri lavori, che confermavano una coscienza d’artista che sa quello che vuole e quel che può volere.
Rio di Valverde
“Mostre Sindacali d’Arte”
dalla rivista: “La cultura moderna, natura ed arte»
Anno XLI, n. 9, Editore Vallardi, Milano settembre 1932



1933

Livorno    Mostre Personali dei Pittori Leonardo Bazzaro, Paulo Ghiglia, Ferruccio
Pizzanelli, (Bottega d’Arte, 1-20 gennaio)
1.    Viale
2.    Mele
3.    Sul canale a Porta a Mare (Pisa)
4.    Sulla strada
5.    Case a Volterra
6.    Dalie
7.    Sole morente
8.    Sull’argine
9.    Rose
10.    Aranci e pesche
11.    Paese toscano
12.    Mele
13.    Vetri e conchiglie
14.    Il bove
15.    Il Fosso dei Navicelli
16.    Fagiano
17.    Dalie
18.    Darsena a Viareggio
19.    Paesaggio a S.Giuliano
20.    Pesci
21.    Gesù preso dai soldati nell’orto degli olivi
22.    Monti Pisani
23.    Villa solitaria
24.    Paesaggio
25.    Signora in grigio
26.    Piazza dei Miracoli a Pisa
27.    Paese
28.    Dopo il tramonto
29.    Invito alla Cena di Emmaus
30.    I Monti di S.Giuliano
31.    Studio di figura
32.    Marina
33.    I tetti
34.    Adolescente
35.    Pianura pisana
36.    Ponte alla Figuretta

Per comprendere come il purismo pittorico che è scrupoloso e base della nuova pittura e del quale, per nostalgia rettorica, seguitano a dir tanto male gli ostinati ricercatori di romanzesche illustrazioni, nasca da un amoroso, umanissimo anelito espressivo, basterebbe, com’è avvenuto a me capitar a Pisa in un giorno di bruma leggera, trasparente e perlacea. Sui miracolosi lungarni, le facciate dei palazzi, accolgono un ultimo stemperato riflesso di sole che sembra intrinseco alle mura, retaggio degli antichi architetti che le drizzarono, patina del tempo tutt’insieme melanconica e gloriosa, soprannaturale.
Sulla Piazza del Duomo, amplissima come il sonetto di carducciana definizione, non tanto per materialità di spazio quanto per segreto d’arte, il cielo slargato dal senso del gran pian di Pisa, e di esso riassuntivo, lega dalla propria altezza le cose della terra in incanto e statuaria soggezione, e il cavallino bianco del fiaccheraio sembra metta radice così come sembra che l’omino salito dell’imbasatura della fontana faccia parte del monumento. Simili misteri della natura, ai quali l’arte concorre, si direbbe, senza predominio, o se pure intimamente vi predomina ha però finito col cancellarvi ogni proprio segno di esteriore prepotenza, si propongono al pittore come problemi di luce, di quella luce che è propria ed espressiva di un determinato paese e perciò ha un valore amoroso ma non romantico, bensì classico e perfino storico. Si può dire che fino all’avvento dell’impressionismo il problema della luce celeste fu in pittura di natura soprattutto romantica; né l’impressionismo valse a sromantizzarlo completamente data l’eccessiva umida vibralità delle atmosfere francesi.
Di tutti i pittori francesi dell’ottocento il solo Corot dei paesaggi italiani e romani può vantarsi di aver presagito quel nuovo classicismo italiano che avrebbe avuto a fondamento la pittura di paesaggio. E amo credere che le intenzioni e il valore dei nuovi pittori italiani di paese, veri primitivi di un nuovo classicismo, diverrebbero meglio palesi a chiunque se, così come la pittura di un assieme di oggetti vien genericamente chiamata “natura morta”, genericamente si chiamassero “respiro naturale” le pitture di certi paesi cercati nella caratterizzante espressione della loro luce non effimera ma eterna.
Ferruccio Pizzanelli appartiene al numero di questi primitivi e, nonostante la modestia dell’arte sua, è tra quelli che meglio sanno amare e caratterizzare le cose tra cui vivono. Il pian di Pisa, che al modo di tutti i luoghi pianeggianti a lontani e astrattivi orizzonti, porta illusivamente a ridosso di chi guarda ogni visibile piano volumetrico, realizzando al di là, in un soffio, il senso quasi più fantastico che reale della distanza, trova in lui un interprete di consapevole e poeticissima intenzione, cosicché, per lui, la ricerca del semplice, dello schematico, non è cosa che tenda a eludere una difficile ricchezza di rendimento pittorico, ma il frutto di un travaglio inteso alla più fedele e sostanziosa interpretazione.
Questo per i paesi. Nei ritratti è da ammirare la personale sobrietà della tavolozza che nel gioco di pochi toni riesce a dar cose tutt’altro che sorde e il modo con cui l’artista sa ridurre a equilibrio e concretezza di stile talune emozioni di carattere eroico e romantico che la figura gli dà; facoltà d’equilibrio capaci di trionfar in effetti di bellezza piena nelle nature morte ma che son anche visibili nei bozzetti compositivi de La Cena d’Emmaus e del Cristo arrestato dove, nonostante qualche riconoscibile influsso della ottocentesca scuola lombarda, la rattenutezza dei movimenti e lo scrupolo di riassumere il senso di una figura sola, centrale, cercata con un rigoroso anelito di pittura, conducono a pregevoli e singolari risultati.
Con la mostra odierna, anche un po’ troppo varia rispetto alla relativa esiguità numerica dei pezzi esposti, Pizzanelli si raccomanda alla più oculata attenzione dei veri intenditori d’arte e da essi aspetta quel plauso che, legittimamente, a un patto di attenzione, egli sa non potergli mancare.
Raffaello Franchi
Mostra di Leonardo Bazzaro, Paulo Ghiglia, Ferruccio Pizzanelli
Catalogo della Bottega d’Arte
Bollettino n.1, Anno XII, Livorno 1-20 gennaio 1933


Pisa        IV Mostra Provinciale d’Arte, Palazzo alla Giornata, giugno
1.    Ritratto
2.    Nudo
3.    Nudo seduto
4.    Nudo
5.    Ritratto
6.    Giardino Scotto in primavera

…L’equilibrio tra il novecento e una corrente più temperata rappresentata assai bene dal Ferruccio Pizzanelli, artista di solida cultura e di tecnica precisa alle quali aggiunge una sicurezza del segno e delle doti di sensibilità d’arte…
M.P.
“Rassegna di artisti e di opere alla IV Mostra Provinciale Pisana”
L’idea fascista, Pisa luglio 1933


Firenze    Prima mostra del Sindacato Nazionale Fascista di Belle Arti, Palazzo
del Parterre di S.Gallo, , aprile-giugno
Il fosso dei Navicelli
I monti di S.Giuliano



1934

Viareggio    Prima Mostra Estiva, Kursaal, luglio

… campeggiano, uniti nel medesimo settore, i tre pisani, Ferruccio Pizzanelli, Salvatore Pizzarello e Giuseppe Viviani: ecco tre pittori che non hanno preso sottogamba la mostra viareggina. Pizzanelli ha mandato tre opere importanti: un ritratto femminile condotto con sicurezza compositiva e con perfetto equilibrio cromatico, denota ormai un pittore completo; l’altra figura, “Infanzia”, imperniata su tonalità alte è risolta in pieno. Una linea pura e sintetica la imposta rigorosamente, il volto ha un’evidenza plastica sorprendente quando si pensi che su di esso non vi sono delle ombre intense ma solo colori tenui. Ha infine un dipinto di piccole dimensioni di nobile intonazione, con due figure di sapore pompeiano.
Mario Bitossi
La mostra estiva viareggina dei pittori e scultori toscani
Corriere del Tirreno, 30 luglio 1934



Pisa        V Mostra Provinciale d’Arte, Sale del “R. Teatro Verdi”,
dicembre 1934 - gennaio 1935
1.    Natura morta
2.    Paese, le Piagge
3.    Nudo sul mare
4.    Pisa, vecchio Ponte a Piglieri
5.    Paese
6.    Disegni: Nudo, Testa di Fanciulla, Testa di ragazzo, Disegno decorativo,  1 monotipo e due disegni il cui titolo non è precisato
in catalogo è riprodotto:”Pisa, vecchio ponte a Piglieri”


Venezia    XIX Biennale d’Arte
1.    Ritratto, disegno
2.    Ritratto, disegno



Firenze    VII Mostra Interprovinciale d’Arte Toscana del Sindacato Belle Arti
(ottobre-novembre)
1.    Autoritratto
2.    Natura morta




1935

Pisa - Prosecuzione V Rassegna Provinciale d’Arte inaugurata nel mese di dicembre 1934
Entriamo ora nella sala distinta col numero uno, incontrandovi un pittore che ha voluto sottrarsi agli onori del salone, benché sia degnissimo di star nella schiera dei grossi calibri: Ferruccio Pizzanelli. In cinque lavori egli presenta un quadro sintetico della sua attività artistica: un “Nudo sul mare” interessantissimo per il disegno e per il colore, due paesi trattati delicatamente, una natura morta nella quale è notevole la risoluzione di alcuni problemi pittorici solidi, un “Ponte a Piglieri” che rievoca nostalgicamente, con molta finezza, un angolo della vecchia Pisa che scompare. Artista completo e mai stanco di rinnovarsi, maturo di età e così volentieri giovane di idee e di sentimenti.
Mario Bitossi
“La V Mostra Provinciale a Pisa”
Il Telegrafo, Livorno 9 gennaio 1935


… Ferruccio Pizzanelli, invece, che un po’ pencolò per il ‘900 ed ora è ritornato vittoriosamente al classicismo, attira l’attenzione del pubblico con i suoi disegni da maestro, le sue concezioni robuste ed il suo colore nostalgico e pur fresco e impetuoso…
Lallo
“La mostra del Sindacato Belle Arti di Pisa”
Il Giornale d’Italia, Roma, 9 gennaio 1935


... Per quanto Pizzarello è aggressivo ed inquieto, il suo quasi omonimo Ferruccio Pizzanelli è pacato e lineare: un segno gli basta, talvolta, per interpretare da maestro la grazia di un volto di fanciulla e poco di più per sottolineare l’immaturità pensosa di un imberbe giovinetto. Anima di artista che sogna la bellezza come appagamento del proprio spirito, Pizzanelli, nei monotipi e nei disegni, è di una purezza squisita senza però cader nel lezioso, di una armonia e signorilità che lo pongono, a buon diritto, fra i creatori più aristocratici nel senso nobile della parola.
Mario Bitossi
«La scultura e il bianco e nero nella V mostra Sindacale di Pisa»,
Il Telegrafo, Livorno 12 gennaio 1935.


…superfluo scrivere di artisti ormai già noti e maturi come Ascanio Tealdi, Italo Griselli, Ferruccio Pizzanelli, Mino Rosi, perché di essi ormai si sono ripetutamente occupate le cronache delle maggiori competizioni nazionali e internazionali, e nell’attuale mostra pisana non fanno che riconfermare la loro buona riputazione…
…se non ci premesse di ricordare come anche il bianco e nero sia rappresentato da buoni disegni di Lupo, Pizzanelli, …
Enzo Carli
“La V Mostra del Sindacato Belle Arti a Pisa”
Il Lavoro Fascista, Roma 14 gennaio 1935


… Ferruccio Pizzanelli ha una bella natura morta, precisata nel disegno ma non in senso scolastico, ben chiusa e condotta, fresca e chiara nei toni; fra i paesaggi, “Le Piagge” è il più arioso e morbido; buoni elementi si hanno anche in “Nudo sul mare” ma nell’insieme il quadro cade nell’illustrativo…
La saletta del bianco e nero è ottima, al bianco e nero, in genere, nelle mostre si riserba sempre la sala di servizio o il sottoscala; qui è alla pari con la pittura e la scultura; oltre all’atrio d’ingresso una saletta dove si ritrovano Pizzarello, Pizzanelli, Lupo, Salvadori…
Aniceto del Massa
“La V Mostra d’Arte del Sindacato Pisano”
La Nazione, 16 gennaio 1935


…Prime a presentarsi ai nostri occhi son le prove dell’artista pisano Ferruccio Pizzanelli, ormai già troppo noto agli artisti della nostra città perché abbia a tesserne utilmente gli elogi. Nei lavori esposti rivela ancora una volta la sua quasi perfetta maturità ed il suo ben dosato colorismo. Dopo una Natura morta dai forti risalti, la diffusione ombra-luce nelle Piagge ottiene il massimo effetto. Al tecnicamente perfetto Nudo sul mare preferiamo certamente il Vecchio Ponte a Piglieri dalle calde tonalità e dai forti contrasti, pieno della vibrante armonia del paesaggio pisano, che si ritrova anche in Paese sebbene meno accentuata.
“Somme di uomini e di valori alla V Mostra Provinciale Pisana d’Arte”
L’idea fascista, Pisa 19 gennaio 1935


…Nel campo della pittura accanto a Pizzanelli, Pizzarello, Viviani, Conti, Sementa ed altri, belle affermazioni hanno saputo…
“La V Mostra del Sindacato Belle Arti”
…e chi non sa su’ danno, Pisa, anno III, n.9, 20aprile 1935



Pisa        VI Mostra Provinciale d’Arte, Sale del “R. Teatro Verdi”, giugno
1.    Leo
2.    Calambrone
3.    Pisa (alla fine del ‘700)
4.    Lungo l’Arno
5.    Sul Fosso dei Navicelli
6.    Figura
7.    La Cittadella
8.    Avanguardista
In catalogo è riprodotto “Leo”.

… ne va fatta lode agli organizzatori pittori Pizzanelli e Pizzarello, ed al loro collaboratore Ing.Fiaschi, al quale era particolarmente affidata l’attrezzatura delle sale.
“I prelittoriali dell’arte a Pisa”
Comunicato Agenzia ALA da Pisa, Roma 18.3.1935


Plinio Nomellini, con la signorilità che lo distingue come artista e come uomo, ha voluto offrire una delle sue pregevoli opere al Museo Civico di Pisa. Egli ha dato notizia dell’offerta al Presidente del Comitato Prov. Pisano dei Professionisti e Artisti, ing. Ranieri Fiaschi, con la seguente nobile lettera:
“Carissimo Fiaschi, perché delle mie parole, e della mia promessa affermata nel simposio festante dal Buzzino, per donare un mio quadro al Museo Pisano, non derivi dubbio, confermo voler mantenere il patto, chè sarà premio bastevole, per me, annoverare una modesta fatica ai miracoli dell’Arte Pisana. Pisa imperiosa, incoronata dei tangibili segni della bellezza riprende l’avvio per il suo divenire luminoso, degno dell’avita sua gloria, quando volle spargere vasto lume di civiltà nel mondo. A Lei, a tutti i suoi saldi ausiliatori, al valente e buon Pizzanelli che han voluto e saputo ordinare nobilissima festa d’Arte, il mio saluto cordiale e fascista. Plinio Nomellini”.
“Un’opera offerta da Nomellini al Museo Civico”
L’Idea Fascista, Pisa 8 giugno 1935, pag.3


…Ferruccio Pizzanelli, maestro di un’intera generazione di pittori cittadini, oltre a presentarci ritratti pieni di una assorta e sapiente delicatezza e paesaggi di un gusto elegante e prezioso, si è adoprato generosamente a tutt’uomo per l’organizzazione di questa Mostra, cercando di contentare tutti e dando risalto nello stesso tempo alle migliori personalità…
Enzo Carli
“La VI mostra del Sindacato Belle Arti di Pisa
Il Lavoro Fascista, 16 giugno 1935


… Ferruccio Pizzanelli nel ritratto di fanciullo, raggiunge uno sviluppo armonico su un linearismo un po’ stilistico; ma vi è pienezza negli impasti e nei paesaggi; nel paesaggio è franco, e a buona struttura unisce una freschezza nel taglio e nel colore non comuni…
Aniceto del Massa
“La VI Mostra d’Arte pisana”
La Nazione, 18 giugno 1935



Altre sensibilità, altri cuori, nella sala seconda. Per esempio ci ha colpito la delicatezza del Pizzanelli. “Leo” una figurina allungata, è il personaggio più adatto per vivere nel clima di “Lungo l’Arno” che ci pare il suo quadro più riuscito. Una ricostruzione di Pisa presenta angoli vivissimi, come la parte superiore dove, tra le sfumature di nubi, respira un cielo primaverile…
Leonetto Leoni
“La VI mostra d’Arte”
L’idea fascista, Pisa



… alla castigatezza sobria di Pizzanelli…
…Nella seconda sala cantano la loro poesia i lavori soavi del Pizzanelli, pieni di sfumate delicatezze, morbidi al tocco, calmi e melanconici…
“Il successo della sesta Mostra Pisana d’Arte”
L’idea fascista, Pisa 13 luglio 1935



Ecco l’elenco degli acquisti alla VI Mostra d’arte:
Cassa di Risparmio:
Ferri Ferruccio “Case di Fauglia” (Pittura); Pizzarello Salvatore “Bartolo” (Pittura); Pizzanelli Ferruccio “Leo” (Pittura); Viviani Giuseppe “Uomo sul mare” (Pittura).  La Cassa di Risparmio per l’autorevole interessamento del Senatore D’Achiardi, donerà le opere acquistate al Museo Civico per la sala d’Arte Moderna.
Confederazione Fascista Professionisti e Artisti – Pizzanelli Ferruccio: “Sul Fosso” (pittura); Pizzarello Salvatore: “Fiori” (pittura).
Amministrazione Provinciale – Volpi Alessandro: “Canale dei Navicelli” (pittura); Pizzanelli Ferruccio: “Calambrone” (pittura).
Gli acquisti alla VI Mostra d’Arte. Il simpatico gesto della Cassa di Risparmio
L’idea fascista, Pisa, 27 luglio 1935, pag.3


… Nella seconda sala Ferruccio Pizzanelli, con sei lavori, ci dà una visione panoramica della sua arte, del suo fine senso del colore accompagnato da una rara dignità di esecuzione”
Mario Bitossi
“La VI Mostra sindacale d’Arte”
Il Telegrafo 2 luglio 1935