Carissimo, mi complimento del resultato della mostra

(Plinio Nomellini, 1935)

 

 

Bisogna proprio dire che se le spallette del Ponte, i tavolini del caffè dell’Ussero e di Pietromani, furono i banchi dove si esercitò la bonaria e salace filosofia del popolo pisano e dei suoi ospiti, e i Lungarni, in cui si sprofonda e s’avvena il fiume quando è magro d’argenti e di verde, o vi muglia spumante come un colossale cavallo fiumatico nella tumultuosa corsa verso il mare, furono argini preferiti dalla peripatetica filosofia dei “Trascurati” che disdegnavano la scolastica della Sapienza, il Camposanto vecchio, fu l’Accademia in cui, nei secoli dei secoli, s’affinò la progenie dei pittori e degli scultori rivieraschi.
Dai più moderni ai più antichi.
Gli agili steli degli intercolunni fioriti di capitelli e di trifore che abbattono sui freschi stupori di ombre trinate, ascoltarono il bombire dell’ammattonato, qua e là tapponato di tombe terragne, percosso dal passo dei viandanti assorti nella meditazione o nell’estasi delle forme incorruttibili fermate sulle pareti o nei durevoli marmi.
Chi penetri a dovere nei toni, tutti incielati della Vendemmia, o in quelli arsi del Trionfo della morte; nel tenebrore delle forme stecchite degli Infermi, o in quelle leggiadre, e piene, e auree, del Concerto, e sappia leggere nell’invelatura setata, che ormai, con l’evanescenza del sogno, tragitta sulle immortali pareti, non stenterà a riconoscere in quelle forme, e in quei toni, la derivazione di tutta la pittura moderna (quella onestamente sana) affaticata nella ricerca della sobrietà tonale nel compendio delle forme ermetiche, non disgiunte da un anelito di perenne poesia.
I sarcofaghi di Bacco e Arianna, d’Ippolito e Fedra, in cui la fusione tra la leggiadria Ellenica e la forza dei Romani è perfetta, e i sepolcri fiorini nel Rinascimento con le Maternità di Niccola e Giovanni, forti di tutto l’Umanesimo orgoglioso e regale della scultura pisana, furono, sono e saranno, monito, guida, rimprovero, e norma perenne di plastiche discipline.
Convergevano in Pisa dalle vie rotabili cipressate, o lineate dagli intercolunni dei platani centenari, o di gelsi chiomati di vette salicastre, tutti coloro che s’appassionavano, qui intorno e in alto, alla grande Arte.
Il mareggiare delle prata, pingui di messi o di pastura, il variare delle case coloniche, rosa e rosse, con le greggi vaganti come nuvole basse, i buoi aggiogati alle carra, il pietrame delle aie capaci su cui le donne vassoiavano le granaglie tra nubi di loppa, o erte sugli scalei per la vendemmia, erano una vivente anticipazione dei grandi affreschi murali.
Come le lamentazioni della poveraglia che nelle Sagre si congregava e si stregava ai muri del Battistero o del Duomo, erano una viva avanzata degli Infermi che nel celebre affresco si querelano dei capricci della Morte.
Le donne viventi che sul verde prato dei miracoli allattavano le loro creature parevano già animate dallo scalpello Pisano, e policromate al fuoco del sole.
Perché mai in Pisa dove tanto incantesimo di forme si palesava, s’era sempre dato si poco peso alle manifestazioni dell’arte, massimamente di quella moderna? Misteri che è più agevole e caritatevole ignorare anziché indagare.
A questa deplorevole lacuna sta riparando alacremente il Sindacato fascista delle Belle Arti, le Mostre organizzate in questi ultimi anni lo testimoniano.
L’opera selettiva non ha potuto ancora esperimentare tutti i rigori flessibili onde ricacciare alle proprie naturali inclinazioni gli inetti, i superficiali, i dilettanti dilettevoli. Ma chi ben osservi e mediti sulla odierna raccolta vedrà che un bel cammino si è già fatto. Si andrà più oltre, i conquistatori nella vita e nell’arte (anche) è mestieri che marcino sui corpi dei delusi.
Lorenzo Viani (presentazione VI Rassegna Provinciale. 1935)

 

1932 Pisa  III Rassegna Provinciale !934  Pisa   V Rassegna Provinciale 1933  Livorno   Bottega d'Arte

 

 

1926
Firenze    Esposizione Artigianato, Medaglia d’Oro per oggetti in cuoio



1928
Livorno    XII Mostra di arte applicata (oggetti in cuoio) (29 aprile-28 maggio,
Bottega d’Arte)



1930
Pisa        I Mostra Provinciale d’Arte, Sale del Consiglio dell’Economia
1.    Mattino sull’Arno
2.    Primavera nel chiostro
3.    Albero in fiore
4.    Le piagge

 

Firenze    IV Mostra Regionale d'Arte Toscana





1931
Pisa        II Mostra Provinciale d’Arte, (Sale del Palazzotto dei Nobili, aprile)
1.    Macchia di S.Rossore
2.    Paese (S.Michele)
3.    Ritratto di bambino
4.    Chiostro di S.Francesco (Pisa)
5.    Viale a Pisa
6.    Mare
7.    Ponte a Mare e Fortezza Pisana
8.    Lung’Arno dal Ponte a Mare
9.    S.Maria della Spina prima dei restauri
10.    Magnolia
11.    Padre Guido
12.    Fine di un giorno
13.    Monte Calvana Travalle
14.    Ritratto di Giuliana
15.    Quando canta la cicala
16.    Santa Chiara ad Assisi
17.    Sulla Calvana
In catalogo è riprodotto:Padre Guido

Pisa        Mostra personale, Palazzo alla Giornata, sede del Sindacato Provinciale
Professionisti e Artisti

Firenze    V Mostra d’Arte Sindacale Toscana (maggio)
1.    Padre Guido
2.    Lung’Arno del Ponte a Mare
3.    Viale a Pisa
4.    Magnolie

Bagni di Casciana    Mostra dei Pittori Federico Severini e Ferruccio Pizzanelli
(nella Sala d’aspetto delle Terme, agosto - settembre)

Cascina    Opere degli artisti toscani Bellonzi Fortunato, Bueno de’ Mesquita, Cantini
Ryna, Casini Giorgio, Pizzanelli Ferruccio, Pizzarello Salvatore, Severini
Federico
(X Mostra del Mobilio, Salone della Pittura, settembre-ottobre)



1932
Pisa         III Mostra Provinciale d’Arte, (Sale dell’Antico Palazzo Pretorio
ex Prefettura, aprile)
1.    Natura morta
2.    Io e i miei figli
3.    L’Arno a San Rossore
4.    Nel Giardino Scotto
5.    Ritratto di signora
6.    Piazza dei Miracoli
7.    Cascine Nuove
8.    Sul Viale delle Piagge
9.    Adolescente
10.    Bambino malato
11.    Mattino sull’Arno
12.    Signora in grigio

Firenze    VI Mostra Regionale d’Arte, Accademia di Belle Arti



1933
Livorno    Mostre Personali dei Pittori Leonardo Bazzaro, Paulo Ghiglia, Ferruccio
Pizzanelli, (Bottega d’Arte, 1-20 gennaio)
1.    Viale
2.    Mele
3.    Sul canale a Porta a Mare (Pisa)
4.    Sulla strada
5.    Case a Volterra
6.    Dalie
7.    Sole morente
8.    Sull’argine
9.    Rose
10.    Aranci e pesche
11.    Paese toscano
12.    Mele
13.    Vetri e conchiglie
14.    Il bove
15.    Il Fosso dei Navicelli
16.    Fagiano
17.    Dalie
18.    Darsena a Viareggio
19.    Paesaggio a S.Giuliano
20.    Pesci
21.    Gesù preso dai soldati nell’orto degli olivi
22.    Monti Pisani
23.    Villa solitaria
24.    Paesaggio
25.    Signora in grigio
26.    Piazza dei Miracoli a Pisa
27.    Paese
28.    Dopo il tramonto
29.    Invito alla Cena di Emmaus
30.    I Monti di S.Giuliano
31.    Studio di figura
32.    Marina
33.    I tetti
34.    Adolescente
35.    Pianura pisana
36.    Ponte alla Figuretta

Pisa        IV Mostra Provinciale d’Arte, Palazzo alla Giornata
1.    Ritratto
2.    Nudo
3.    Nudo seduto
4.    Nudo
5.    Ritratto
6.    Giardino Scotto in primavera

Firenze    Prima mostra del Sindacato Nazionale Fascista di Belle Arti, Palazzo
del Parterre di S.Gallo, aprile-giugno
Il fosso dei Navicelli
I monti di S.Giuliano



1934
Pisa        V Mostra Provinciale d’Arte, Sale del “R. Teatro Verdi”,
dicembre-gennaio 1935
1.    Natura morta
2.    Paese, le Piagge
3.    Nudo sul mare
4.    Pisa, vecchio Ponte a Piglieri
5.    Paese
6.    Disegni: Nudo, Testa di Fanciulla, Testa di ragazzo, Disegno decorativo,  1 monotipo e due disegni il cui titolo non è precisato
in catalogo è riprodotto:”Pisa, vecchio ponte a Piglieri”

Venezia    XIX Biennale d’Arte
Ritratto, disegno
Ritratto, disegno

Viareggio    Prima Mostra Estiva, Kursaal

Firenze    VII Mostra Interprovinciale d’Arte Toscana del Sindacato Belle Arti
(ottobre-novembre)
Autoritratto
Natura morta



1935
Pisa        VI Mostra Provinciale d’Arte, Sale del “R. Teatro Verdi”, giugno
1.    Leo
2.    Calambrone
3.    Pisa (alla fine del ‘700)
4.    Lungo l’Arno
5.    Sul Fosso dei Navicelli
6.    Figura
7.    La Cittadella
8.    Avanguardista
In catalogo è riprodotto “Leo”. Vengono acquistati:”Leo”, dalla Cassa di Risparmio di Pisa, “Sul Fosso”, dalla Confederazione Fascista Professionisti e Artisti; “Calambrone”, dalla Amministrazione Provinciale, “Lungo l’Arno” da S.M. il Re